Siccità e inverno caldo: la vera emergenza è climatica
In questi giorni in Italia l’attenzione è giustamente focalizzata sul coronavirus, secondo le ultime notizie stanno rallentando i contagi, grazie anche alle tempestive politiche per bloccare la diffusione e al lavoro incessante e prezioso del personale medico italiano.
Le reazioni sembrano indicare che ci preoccupiamo più di un virus rispetto all’emergenza climatica che porterà danni economici ancora più gravi di quelli che sta causando il coronavirus.
Eppure i segnali negativi che questi mutamenti climatici stanno portando sono sotto gli occhi di tutti, ma l’essere umano è impaurito più da una minaccia immediata che da una futura.
Le api non “dormono” a causa del caldo inverno
A causa delle temperature troppo miti di questo inverno, le api non hanno interrotto il loro ciclo riproduttivo.
L’ape regina dovrebbe smettere di deporre le uova dall’inizio dell’autunno fino alla fine dell’inverno.
Il risultato è che gli alveari hanno la stessa popolazione che avrebbero dovuto avere in piena primavera e le api vagano nei prati alla ricerca di quei pochi fiori presenti in questo periodo per un alveare sovraffollato e affamato.
Antartide caldo da record
Le temperature record che si sono registrate in quest’ultimo mese nel continente antartico hanno provocato un diffuso scioglimento dei ghiacci.
Un caldo anomalo che ha toccato i 20 gradi sta seriamente minacciando l’ecosistema dell’Oceano Antartico, tali cambiamenti hanno un effetto domino sulla catena alimentare delle colonie di pinguini che si sono ridotte di oltre il 70%.
Al tempo stesso lo scioglimento dei ghiacci ha fatto emergere un’isola di roccia ribattezzata Sif Island.
La possibile causa è un processo chiamato “rimbalzo glaciale”: il continente “rimbalza” o si solleva quando perde la pressione dovuta al ghiaccio sovrastante che si scioglie.
In Italia la situazione siccità è critica
La situazione è critica in tutto lo stivale, da Nord a Sud gennaio è stato il mese più caldo degli ultimi due secoli, con conseguenze disastrose per i bacini idrici.
Il livello idrometrico del fiume Po è sceso ed ha gli stessi valori dello scorso mese di agosto, i grandi laghi del Nord, Como ed Iseo hanno percentuali di riempimento anomale intorno al 25%.
Nel centro sud è già scattato l’allarme siccità nelle campagne della Puglia dove – come informa Coldiretti – gli invasi hanno una disponibilità dimezzata rispetto allo scorso anno.
Si registrano difficoltà anche in Umbria con il 75% di pioggia in meno e in Basilicata dove due terzi delle risorse idriche disponibili lo scorso anno mancano all’appello. In Sicilia i campi sono aridi e i semi non riescono a germinare.
La buona notizia è che nei prossimi giorni sono previste perturbazioni in tutta Italia, che dovrebbero portare un po’ di tregua alla siccità che attanaglia il nostro paese.
