Quante microfibre rilascia nell’ambiente una mascherina chirurgica?
Lo sapevi che una mascherina chirurgica, se gettata in modo irresponsabile sul marciapiede o bagnasciuga, rilascia nell’ambiente fino a 173 mila microfibre al giorno?
Come ben saprei la mascherina chirurgica rappresenta una vera minaccia per l’ambiente, soprattutto per quello marino. Questo a causa della degradazione foto-ossidativa delle fibre di propilene presenti nei tre strati che compongono la mascherina.
La mascherina chirurgica e l’inquinamento prodotto dal suo abbandono
Un dato eclatante emerso dalla ricerca “The release process of microfibes: from surgical face mask into the marine environment”, pubblicata sulla rivista Environmental Advances.
Una ricerca condotta dai chimici del dipartimento di Scienze dell’ambiente e della terra dell’Università Bicocca di Milano.
La speranza dei ricercatori è “speriamo che questo nostro lavoro possa sensibilizzare verso un corretto conferimento delle mascherine a fine utilizzo e promuovere l’implementazione di tecnologie più sostenibili”.
Questa ricerca fornisce il dato della stabilità oltre che il limite di utilizzo della mascherina chirurgica. I dispositivi sono stati sottoposti ad esperimenti di invecchiamento artificiale per simulare quanto avviene nell’ambiente, in seguito all’esposizione ad agenti atmosferici e radiazioni solari.
Le misure promosse con le tecniche di microscopia elettronica e microspettroscopia infrarossa hanno constato che, una singola mascherina sottoposta a luce ultravioletta per 180 ore è in grado di rilasciare fino a 173mila microfibre al giorno, del diametro di poche decine di micron.
Minaccia marina
Le mascherine chirurgiche purtroppo molte volte possono arrivare in mare e qui essere sottoposte a stress meccanici prolungati per effetto del moto ondoso.
Gli scienziati del centro di ricerca e alta formazione dell’Ateneo alle Maldive, il Marhe Center, verificheranno gli effetti sugli organismi marini.
La preoccupazione nasce dal fatto che la mascherina chirurgica possa creare eventuali danni da ostruzione. Questo in seguito ad ingestione ed effetti tossicologici dovuti alla veicolazione di contaminanti chimici e biologici. Non solo inquinamento per l’ambiente ma anche danni alla fauna marina e terrestre.
La nostra speranza che anche tale ricerca sensibilizzi l’opinione pubblica e non solo a mettere in atto delle azioni concrete.
