La svolta di Biden: firmato l’Accordo di Parigi sul clima

Joe Biden mette finalmente nero su bianco l’ordine esecutivo per rientrare negli Accordi di Parigi sul clima.

Lancia un vero piano di azione, che rappresenta l’inversione di rotta, rispetto alle linee perseguite fino a poco tempo fa dal presidente uscente Donald Trump. È così pronto a bloccare il gasdotto Keystone XL. Un progetto transfrontaliero controverso, che porterebbe 830.000 barili di petrolio greggio ogni giorno da Alberta, in Canada, verso un oleodotto sulla costa statunitense del golfo del Messico.

Joe Biden punta non solo a tagliare le emissioni e a salvaguardare l’ambiente, ma si spinge oltre per raggiungere traguardi più ambiziosi, con la finalità di attuare quel New Green Deal promesso in compagna elettorale.

È tempo di recuperare il tempo perduto in quest’ultimi quattro anni, servono pertanto misure efficaci ed adeguate. La lotta al cambiamento climatico è una priorità, proprio per evitare una catastrofe sia sul piano economico che sanitario. Come ha sottolineato Joe Biden, la “crisi climatica è la minaccia esistenziale del nostro tempo”.

 

Clima: il piano d’azione

Come riporta il Guardian, fin dalle prime ore come presidente degli Stati Uniti, Joe Biden firma 17 ordini esecutivi, proprio per iniziare ad agire contro la crisi climatica.

Gli Stati Uniti rientrano così nell’accordo sul clima di Parigi. Bloccati così i sussidi per l’industria petrolifera e stop alle nuove trivellazioni per estrarre gas e petrolio. Si parla di regole più stringenti per ridurre le fonti di inquinamento atmosferico. Infine si parla di sostituire le vecchie auto con quelle elettriche.

La task force, che guiderà gli USA nella lotta al cambiamento climatico, è già pronta ad agire. Come lo ha definito lo stesso Biden “è di gran lunga il team climatico più esperto e di alto livello della storia degli Stati Uniti”. L’azione politica di Biden sarà dunque incisiva e articolata.

Due saranno le figure chiavi della sua task force: John Kerry, che agirà sul contesto internazionale e Gina McCarthy, che invece agirà invece a livello nazionale. Kerry ha spiegato come le 17 agenzie federali dell’intelligence statunitensi lavoreranno assieme per valutare i rischi per la sicurezza nazionale e internazionale, causati dai cambiamenti climatici. Tutto per sviluppare un piano finanziario globale. Infine collaborare con la Cina, come ai tempi di Obama, non è affatto escluso.

 

La svolta

Come ha dichiarato Helen Mountford, vicepresidente per il clima presso il World Resources Institute “Sarà un approccio completamente diverso rispetto a quello dell’amministrazione Trump su quasi tutti i fronti”. Aggiungendo che “La scienza guiderà ancora una volta la definizione delle politiche americane”.

L’amministrazione di Biden si fissa dei grandi traguardi. Aspira a raggiungere entro il 2035 zero emissioni nel settore della produzione elettrica ed entro il 2050 la così detta “net zero economy”. Tutto con l’obiettivo di liberare il processo produttivo dalla dipendenza dai combustibili fossili. Il 46esimo presidente ha programmato infatti un piano di 2 trilioni di dollari per azzerare le emissioni degli Stati Uniti.

Biden ha intenzione di creare anche nuovi posti di lavoro, attraverso la riqualificazione degli edifici e l’adozione di tecnologie rinnovabili. Ha dichiarato infine di voler aiutare le persone più povere e più esposte all’inquinamento dell’acqua e dell’aria, che vivono vicino alle centrali a carbone o alle autostrade.

Published On: 2 Febbraio 2021Categories: Ambiente, ClimaViews: 3