La pandemia e la rivincita degli animali
Il Covid ha portato a riconsiderare le abitudini alimentari di molte persone, e ancora una volta, la rivincita degli animali dipende da una pandemia.
Mentre il mondo intero è ancora alle prese con la pandemia mondiale del coronavirus, un’altra sembra affacciarsi a colpire l’UE. Si tratta di influenza aviaria, che da Dicembre 2020 sta colpendo casi per la maggior parte riscontrati negli allevamenti di pollame.
Per il momento la situazione risulta sotto controllo anche tra i pochissimi casi trasmessi agli umani, che hanno riscontrato poche o nessuna sintomatologia.
Il rischio di più alta diffusione è maggiore nelle aree con più alta densità di pollame e gli allevamenti intensivi di galline rientrano tra quelli più a rischio.
Ad essere colpiti sono quindi galline, polli e uccelli. In Francia però, questa pandemia sta decimando le anatre e portando all’abbattimento di milioni di capi.
Sarà questa la causa di una recente notizia, che riguarda il foie gras?
Foie gras, cos’è e come viene realizzato
Il foie gras è un piatto francese, in Italiano fegato grasso di anatre e oche, alimentate in un modo particolare, per consentire la crescita appunto, del fegato di questi animali.
La tecnica utilizzata per alimentare in modo innaturale oche e anatre, ha un nome preciso, si chiama gavage, tradotto in italiano con ingrasso o ingozzamento.
In realtà anche in natura, prima dell’inverno, questi animali ricreano una situazione alimentare abbondante che porta ad un ingrossamento del fegato. I due tipi di alimentazione sono però completamente differenti: una è volontaria, l’altra no!
Il gavage è l’ingestione forzata di cibo, attraverso un tubo metallico di circa 20 centimetri infilato direttamente nell’esofago, delle oche e delle anatre. I tempi di questa pratica dannosa e addirittura mortale, variano dai 3 ai 60 secondi.
Oltre alla crudeltà di tale pratica per ottenere il famoso fegato grasso, non dimentichiamoci delle condizioni di vita in cui sono costretti a vivere questi animali. Rinchiusi in gabbie, in piccoli spazi e su pavimenti duri che provocano infiammazioni.
La pandemia dietro lo stop del foie gras?
Negli anni 90’ a seguito delle proteste delle associazioni animaliste, il comitato scientifico dell’unione europea sulla salute e il benessere degli animali, aveva condotto uno studio sulla gavage.
Era il 1998 e lo studio si espresse in merito alla pratica, indispensabile per ottenere il foie gras, rivelando che questa nuocesse gravemente alla salute degli uccelli.
Il nostro paese come altri, già dal 2007 aveva ufficialmente vietato la produzione di questo alimento. Altri come Francia, Bulgaria, Spagna, Ungheria e Belgio continuano tutt’ora a produrlo e ad esportarlo.
La maggior parte dei supermercati, prima tra tutti la Coop, ne aveva vietato la vendita nei propri esercizi.
Iper la Grande I, era rimasta l’unica catena di supermercati a tenere e vendere ancora questo prodotto. E’ notizia di questi giorni che anche quest’ultimo baluardo del foie gras in Italia, ha ceduto scegliendo di eliminarlo dai propri scaffali. Ad oggi, 12800 supermercati italiani hanno bandito la vendita del foie gras.
Il merito di tale scelta si potrebbe attribuire ad associazioni come Essere Animali, che riferisce che il foie gras, è finalmente assente da tutti i supermercati Italiani. Se fosse stata invece condizionata da quest’ultima minaccia di una pandemia aviaria che sta colpendo duramente la Francia, non possiamo saperlo. Ciò che conta però non è il mezzo ma il fine!
Dal 2022 anche New York, si aggiungerà alla lista dei paesi che vietano la vendita e la distribuzione del foie gras.
Ci auguriamo adesso che anche la Francia, maggiore produttrice al mondo di questo alimento, nonostante ritenga il gavage parte di un’ antica tradizione, possa riconsiderare e abbandonare presto, questa tecnica retrograda.
