La Danimarca dice no al petrolio e al gas

Finalmente la Danimarca bloccherà tutte le future concessioni di licenze per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas. Ad annunciarlo è il Parlamento danese, che conferma la cancellazione di queste operazioni nella parte danese del Mare del Nord. La produzione esistente si estinguerà entro il 2050.

Scorsa settimana Greenpeace ha reso noto la notizia, parlando di “momento di svolta” e di “grande vittoria del movimento per il clima e per tutte le persone che hanno lottato molti anni per far sì che ciò si realizzasse”. Ad oggi la Danimarca risulta uno dei principali produttori di petrolio dell’UE. Annunciando quindi la decisione di eliminare gradualmente i combustibili fossili, altro non è che una grande vittoria. In più, l’accordo politico firmato stabilisce lo stanziamento di denaro necessario per garantire una giusta transizione per i lavoratori interessati da tali provvedimenti.

 

La Danimarca dice no al petrolio e diventa pioniere verde dell’Europa

Ebbene giovedì 3 Dicembre il governo danese ha votato a favore dei piani per annullare il prossimo round di licenze per il petrolio e il gas nel Mare del Nord del paese. Tutto questo dopo 80 anni di esplorazione delle sue riserve di idrocarburi.

Ad oggi in Danimarca ci sono 55 piattaforme petrolifere e del gas, sparse in 20 giacimenti di petrolio e gas. Queste potranno continuare ad estrarre combustibili fossili, ma entro il 2050 questo cesserà.

Come ha ben detto il ministro del clima danese, Dan Jorgensen “stiamo ora ponendo fine all’era dei fossili”.

Helene Hagel, responsabile della politica climatica e ambientale di Greenpeace Danimarca, ha commentato così “La Danimarca fisserà ora una data di scadenza per la produzione di petrolio e gas. Si afferma così come un pioniere verde per ispirare altri Paesi a porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili che distruggono il clima”.

Ricordiamo che nel 2017 la Francia è diventata il primo paese al mondo ad eliminare gradualmente l’esplorazione e la produzione su territori continentali e d’oltremare entro il 2040. L’anno successivo la Nuova Zelanda ha seguito l’esempio, ponendo fine a tutti i nuovi permessi di esplorazione di petrolio e gas.

 

Verso la transizione energetica

La Danimarca ha iniziato l’esplorazione di petrolio e gas nel 1972. Le sue entrate nel Mare del Nord hanno contribuito a renderla una delle nazioni più ricche d’Europa. Nell’ultimo decennio il governo si è concentrato sull’energia pulita, compresi i parchi eolici offshore.

Come ben dice Greenpeace, la Danimarca, essendo uno dei maggiori produttori di petrolio dell’Ue e uno dei paesi più ricchi del mondo, ha l’obbligo morale di porre fine alla ricerca di nuovo petrolio. Questo per inviare un chiaro segnale al mondo che può e deve agire per rispettare l’accordo di Parigi e mitigare la crisi climatica.

Secondo Hagel “La Danimarca è un Paese piccolo, ma ha il potenziale per aprire la strada alla necessaria transizione verso l’energia verde e rinnovabile”. Aggiungendo che “Ora il governo e i partiti politici devono fare il passo successivo. Devono pianificare una graduale eliminazione della produzione di petrolio esistente nella parte danese del Mare del Nord entro il 2050”.

Published On: 12 Dicembre 2020Categories: Ambiente, Clima, Costume&SocietàViews: 3