Don Giulio le fedi e la protesta per i gay
Il parroco Don Giulio nella settimana Santa, ricorda alle fedi del mondo che siamo tutti uguali e protesta pacificamente per le coppie gay.
Nella scorsa domenica delle Palme, Don Giulio Mignani, in segno di protesta ha deciso di non benedire le palme.
La motivazione è un grandissimo segno di civiltà e progresso, un percorso che ancora una volta la Chiesa, sembra restia a voler intraprendere.
La decisione di Don Giulio, di non benedire le Palme era già stata presa qualche mese fa a causa della situazione attuale e delle restrizioni. Con il responso della congregazione per la dottrina della fede del 15/3, le motivazioni di Don Giulio si sono ampliate.
Tale responso conclude con il consenso del Pontefice Francesco alla negazione della benedizione, alle unioni a persone dello stesso sesso.
Per questo motivo Don Giulio ha scelto di trasformare una scelta prudente, in una forma di protesta pacifica.
Ciò che più ha creato sconcerto in Don Giulio è l’avallo di Papa Francesco, dopo che in passato, aveva proclamato al mondo intero, il suo pensiero sui diritti per le coppie gay.
Effettivamente in diverse occasioni il pontefice aveva espresso parole di giustizia e uguaglianza:
Le persone omosessuali, hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.
Papa Francesco
Le religioni e i gay
La maggior parte delle religioni, non considera positivamente l’omosessualità, alcune come ad esempio l’ebraismo, l’Islam e la più moderna Scientology, addirittura la condannano.
Il cristianesimo e il protestantesimo, sembrano più aperte e per il momento un ulteriore piccolo passo, come aprire le benedizioni alle coppie gay potrebbe davvero confermare un altro pensiero di Papa Francesco. Davanti a Dio, siamo tutti uguali, è evidente però per il momento che se questo è il pensiero i fatti devono ancora fare molta strada.
Stesso atteggiamento quello tenuto dalle religioni indiane. Negli antichi testi Veda si parla di un terzo genere che potrebbe essere riferito agli odierni gay e lesbiche. Nelle religioni induiste le posizioni riguardo a tale argomento sono diverse e completamente discordanti tra loro.
Se tra tutte le religioni vogliamo cercare una che non ponga limitazioni o trovi immoralità nell’omosessualità, bisogna puntare al discutibile satanismo.
Senza allontanarci troppo da ciò che conosciamo meglio, le religioni protestanti delle Chiese nord europee sembrano le uniche a non nutrire preconcetti, nei confronti degli omosessuali.
Nonostante sembra evidente il difficile rapporto tra religioni e gay, negli ultimi tempi uno dei Santi della Chiesa Cattolica è stato innalzato come rappresentante degli LGBT.
San Sebastiano, qualcuno dice sia stato scelto a causa della sua nudità nelle varie rappresentazioni. Secondo altri invece potrebbe dipendere dagli accenni storici, che lo accompagnano ad un imperatore Diocleziano. Insomma, se la Chiesa decidesse di acconsentire alla benedizione delle coppie gay, il Santo Patrono è già stato scelto.
Omosessualità, storia non moda
L’omosessualità è un termine coniato nel 1869, questo non vuol dire che prima non esistessero persone attratte da altre dello stesso sesso. Sarà proprio perché nella storia antica l’omosessualità non era giudicata, tanto meno ostacolata, ma di fatto non c’era un nome ad identificare questa tipologia di scelte personali.
Ciò che in alcune società veniva invece considerato, era il mero atto sessuale e il ruolo che l’uomo ricopriva in esso.
La storia dovrebbe quindi ricordarci e “ri”insegnarci che ogni essere umano può e dev’essere libero di fare le proprie scelte.
Quando perdiamo il diritto di essere diversi, perdiamo il privilegio di essere liberi.
(Charles Evans Hughes)
In ogni civiltà antica, dai Sumeri ai Greci, dai Romani ai Celti, dall’Asia ad Israele ci sono tracce e documentazioni di rapporti tra persone dello stesso sesso.
L’omosessualità non è quindi da considerarsi una moda, men che meno un disturbo mentale, come la si riteneva ancora fino al 1990. Fortunatamente nel mondo, l’omosessualità è sempre più tollerata e il fatto che i paesi in cui si è più liberi di esprimersi, rientrino tra quelli più felici, la dice lunga.
Ci uniamo alla protesta pacifica di don Giulio, con l’augurio che nel mondo possano coesistere tutte le fedi e le scelte, che contribuiscono a rendere ogni persona, felice e il pianeta un posto migliore.
