A San Diego due gorilla positivi al Covid-19
Per la prima volta dall’inizio della pandemia due gorilla sono risultati positivi al Covid-19 presso lo zoo di San Diego. I sintomi sono comparsi subito all’inizio di quest’anno, tosse compresa. Tutto lo staff dello zoo ha effettuato quindi i test, che sono risultati positivi.
Secondo quanto afferma Lisa Peterson, direttrice esecutiva dello zoo, “Nonostante tutti i nostri sforzi e la dedizione dei membri del nostro team per proteggere la fauna selvatica sotto la nostra cura, tutto il nostro staff che curava i gorilla è risultata positiva per SARS-CoV-2”.
Con molta probabilità i gorilla potrebbero aver contratto la malattia da un membro dello staff, risultato asintomatico. Secondo gli specialisti questo incidente è la prova che il rischio maggiore nella trasmissione del virus sia propria la vicinanza della parte infetta.
Secondo l’ecologista delle malattie e biologo della conservazione presso l’Università di Emory, “Il fatto che stiamo vedendo solo ora la prova della trasmissione alle scimmie, sottolinea come la vicinanza, rispetto alle superfici contaminate, sia la fonte primaria di infezione”.
Trasmissione del virus tra animali ed esseri umani
In tutto questo periodo, sono state diverse le preoccupazioni circa la possibilità che gli esseri umani potessero infettare gli animali e viceversa. Alcuni hanno pensato anche di poter trasmettere il virus al proprio animale domestico, come un cane o un gatto. Alla fine però non è emersa nessuna prova concreta della possibilità del contagio.
Nonostante tutto in Europa sono stati abbattuti milioni di visoni negli allevamenti da pelliccia. Nell’aprile del 2020 a New York City, presso lo zoo del Bronx, una tigre è risultata positiva al Covid-19. E successivamente altre quattro tigri e tre leoni sono risultati positivi a questa malattia.
Ora la notizia dei gorilla dello zoo di San Diego che hanno contratto il virus, sta già destando preoccupazione tra gli ambientalisti.
I gorilla: una specie da tutelare
Il rischio maggiore risiede in Africa, dove si trovano le uniche popolazioni rimaste di gorilla selvatici, bonobo e scimpanzé. Visto che i gorilla e altre grandi scimmie condividono circa il 95% del genoma umano, è probabile che subiscano sintomi del virus simili a quelli degli esseri umani.
Lo staff dello zoo di San Diego ha dichiarato che “La conferma che i gorilla sono sensibili alla SARS-CoV-2 ci fornisce ulteriori informazioni su come la pandemia può influenzare queste specie negli habitat nativi, dove entrano in contatto con esseri umani e rispettivi materiali. Lavorando con funzionari sanitari, ambientalisti e scienziati per documentare questo caso, amplieremo le nostre conoscenze su questa potenziale sfida, in modo da poter sviluppare misure per proteggere i gorilla nelle foreste dell’Africa”.
Una sfida non facile, ma che sosteremmo sempre.
